O vecchio, a te piac…

O vecchio, a te piaccion sempre discorsi interminabili,\r\ncome una volta, in pace: ma è sorta guerra orrenda.\r\nGià molte volte io fui nelle battaglie degli uomini,\r\ne mai vidi esercito simile, così grande!

E una gola di verz…

E una gola di verzura dove il fiume canta\r\nimpigliando follemente alle erbe stracci\r\ndargento: dove il sole, dalla fiera montagna\r\nrisplende: è una piccola valle che spumeggia di raggi.\r\n\r\nUn giovane soldato, bocca aperta, testa nuda,\r\ne la nuca bagnata nel fresco crescione azzurro,\r\ndorme; è disteso nellerba, sotto la nuvola,\r\npallido nel suo verde letto dove piove la luce.\r\n\r\nI piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come\r\nsorriderebbe un bimbo malato, fa un sonno.\r\nO natura, cullato tiepidamente: ha freddo.\r\n\r\nI profumi non fanno più fremere la sua narice;\r\ndorme nel sole, la mano sul suo petto\r\ntranquillo. Ha due rose ferite sul fianco destro.

Ombra…

Rieccovi accanto a me\r\nCompagni miei morti in guerra\r\nOliva del tempo\r\nRicordi che ormai fate un ricordo solo\r\nCome cento pelli fanno una sola pelliccia\r\nCome queste migliaia di ferite fanno un solo articolo di giornale\r\n\r\nImpalpabile e buia apparenza avete preso\r\nLa forma instabile della mia ombra\r\nUn indiano in agguato per leternità\r\nE ombra mi strisciate accanto\r\nMa non mi sentite più\r\nNon conoscerete più i poemi divini che canto\r\nMentre io vi sento vi vedo ancora\r\nDestini\r\n\r\nOmbra multipla il sole vi conservi\r\nVoi che tanto mi amate da non lasciarmi mai\r\nE che ballate al sole senza far polvere\r\nOmbra inchiostro del sole\r\nScrittura della mia luce\r\nCassone di rimpianti\r\nUn dio che si umilia.

Non gridate piu…

Cessate duccidere i morti,\r\nNon gridate più, non gridate\r\nSe li volete ancora udire,\r\nSe sperate di non perire.\r\n\r\nHanno limpercettibile sussurro,\r\nNon fanno più rumore\r\nDel crescere dellerba,\r\nLieta dove non passa luomo.

La guerra che verrà…

non è la prima. Prima\r\nci sono state altre guerre.\r\nAlla fine dellultima\r\ncerano vincitori e vinti.\r\nFra i vinti la povera gente\r\nfaceva la fame. Fra i vincitori\r\nfaceva la fame la povera gente ugualmente.

Uomo del mio tempo…

Sei ancora quello della pietra e della fionda,\r\nuomo del mio tempo. Eri nella carlinga,\r\ncon le ali maligne, le meridiane di morte,\r\n-tho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,\r\nalle ruote di tortura. Tho visto: eri tu,\r\ncon la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,\r\nsenza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,\r\ncome sempre, come uccisero i padri, come uccisero,\r\ngli animali che ti videro per la prima volta.\r\nE questo sangue odora come nel giorno\r\nquando il fratello disse allaltro fratello:\r\n"Andiamo ai campi". E quelleco fredda, tenace,\r\nè giunta fino a te, dentro la tua giornata.\r\nDimenticate, o figli, le nuvole di sangue\r\nsalite dalla terra, dimenticate i padri:\r\nle loro tombe affondano nella cenere,\r\ngli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.\r\n\r\nSalvatore Quasimodo\r\n(1901 – 1968)

Diario di Algeria…

Da "Diario di Algeria"\r\n\r\nNon sa più nulla, è alto sulle ali\r\nil primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.\r\nPer questo qualcuno stanotte\r\nmi toccava la spalla mormorando\r\ndi pregar per lEuropa\r\nmentre la Nuova Armada\r\nsi presentava alla costa di Francia.\r\n\r\nHo risposto nel sonno: – E il vento,\r\nil vento che fa le musiche bizzarre.\r\nMa se tu fossi davvero\r\nil primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna\r\nprega tu se lo puoi, io sono morto\r\nalla guerra e alla pace.\r\nQuesta è la musica ora:\r\ndelle tende che sbattono sui pali.\r\nNon è musica dangeli, è la mia\r\nsola musica e mi basta. -\r\n\r\nVittorio Sereni\r\n(1913 – 1983)

Promemoria…

Ci sono cose da fare ogni giorno:\r\nlavarsi, studiare, giocare,\r\npreparare la tavola,\r\na mezzogiorno.\r\n\r\nCi sono cose da far di notte:\r\nchiudere gli occhi, dormire,\r\navere sogni da sognare,\r\norecchie per sentire.\r\n\r\nCi sono cose da non fare mai,\r\nné di giorno né di notte,\r\nné per mare né per terra:\r\nper esempio, la guerra.\r\n\r\nGianni Rodari\r\n(1920 – 1980)

Documento…

Hanno fuso lordigno di guerra con le\r\nmie dita troppo occupate a servirsi\r\ndi cibi cannibaleschi e tutto il mondo\r\nè corso a vedere.\r\n\r\nPene infranto e rotta condotta sono\r\nlì a farvi da guida: lesperienza è\r\nmaestra degli svogliati, i poveri dimmaginazione\r\nche rotolandosi nellaldilà hanno voluto\r\n\r\nimprigionarvi. Voglia di fare temprata\r\nda consuetudini che hanno invece tremebonde\r\npratiche: quelle di non sapere dove\r\nle hanno lasciate.\r\n\r\nEd è il dovere a farti strada come fosse\r\nuna sbiadita lanterna e spaccata che\r\nnulla illumina salvo che il tuo piede\r\nche sbaglia.\r\n\r\nGli aeroplani hanno cominciato a sparare\r\nsulla folla poi hanno tradito così come\r\nè normale nella pioggia di ogni giorno\r\ne anche la sera.\r\n\r\nOgni giorno tentano un tranello e ogni\r\ngiorno torna la purezza e ogni notte\r\nmettono in dubbio quello che hanno fatto\r\ndi giorno.\r\n\r\nDi giorno sognano; di notte vegliano;\r\nil pomeriggio dormono; la mattina pregano.\r\n\r\nPregano che non se ne andrà così presto\r\nla vita che ha nascosto la morte per\r\ntanto tempo finché un giorno ritrovarono\r\nla notte stesa come un morto.\r\n\r\nAmelia Rosselli\r\n(1930 – 1996)